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L’Etruria Nuoto ha ricevuto la visita dell’olimpionico ed ex azzurro Leonardo Binchi. L’intervista
Redazione 2 marzo 2016 Nuoto e Pallanuoto
Binchi ed etruriaBinchi coi ragazzi dell’Etruria
Sabato 27 febbraio l’etruria Nuoto ha ospitato un grande giocatore della pallanuto Italiana, Leonardo Binchi. Cresciuto nella Rari Nantes Florentia, nel 2004 è passato negli allora campioni d’Italia del AN Brescia,dove è rimasto fino al 2013 per poi passare allo sport management fino al 2015. E’ stato membro del nostro Settebello partecipando a ben 3 Olimpaidi.
Per quale motivo un’atleta pluripremiato e con la sua esperienza ha deciso di intraprendere un percorso di didattica alla pallanuoto incentrato agli acqua gol?
A me piacerebbe che le basi e i fondamentali di pallanuoto fossero insegnate ai piccoli fin dai primi approcci alla pallanuoto; purtroppo spesso questo viene a mancare, cosi’ come è mancato a me quando ero piccolo , quindi cerco di mettere a disposizione quella che è la mia esperienza ai bambini e cerco di formare degli allenatori, che molto spesso purtroppo sono improvvisati, aiutandoli con delle dispense o semplicemente facendoli osservare e rubare con gli occhi gli esercizi che faccio fare.
Che cosa manca alla pallanuoto italiana per poter essere uno sport piu’ diffuso tra i ragazzi? In che modo si potrebbe favorire questo sport?
Manca sicuramente la comunicazione, mancano dei testimonial che posso avvicinare ragazzi a questo sport. Da quando ho smesso di giocare, mi sto dedicando molto a capire quali sono le realtà pallanuotistiche della Toscana e mi sono reso conto che ce ne sono tante, e ci sono anche tanti ragazzi che giocano, gli va data la possibilità di avere spazi e mezzi per crescere. Ieri per esempio ero a Grosseto, dove adesso sono direttore della piscina per Sportmanagement, ho portato la pallanuoto a scuola tramite diapositive dove facevo vedere e spiegavo un po’ di regole del nostro sport, ho portato anche un po’ di storicità, perché non ci dimentichiamo che la pallanuoto è lo sport che dalla prima edizione delle Olimpiadi ad oggi è sempre stato presente. I modi potrebbero essere tanti, non è semplice ma rimboccandosi le maniche e dedicandosi sono sicuro che arrivino anche i risultati.
Questo progetto che sta portando avanti puo’ essere esportabile anche in altre realtà e quindi essere un modello per lo sviluppo della pallanuoto?
Credo di si, sono stato fuori dalla Toscana per molto tempo e questo mi è servito molto per ampliare la mia mentalità scontrandomi con tante realtà diverse. Mi sono un po’ reso conto che qui manca molto la collaborazione , che in realtà, in un momento come questo molto caotico e difficile, sarebbe estremamente necessaria. Mi piacerebbe creare un format per il movimento della pallanuoto, ma per farlo l’arma è la collaborazione e soprattutto le non barriere;se si pensa che questo possa mettere a repentaglio il proprio orticello e la propria realtà allora è difficile far progetti .
Dove si svolgerà il Camp ? E perché ritieni che sia importante per i bambini partecipare ad un camp incentrato sul loro sport?
Il camp è giunto alla sua seconda edizione,la prima, l’anno scorso, di una sola settimana, abbiamo avuto un grandissimo successo con 65 bambini. Quest’anno sarà di 3 settimane per dare la possibilità di scegliere in base agli impegni dei ragazzi .Saremo ospitati dal Villaggio vacanze “ Il Veliero” a Follonica , località Pratoranieri, avremo a disposizione due piscine dove i ragazzi si alleneranno due volte al giorno, una la mattina e una il pomeriggio, e durante la giornata i ragazzi saranno impegnati in altre attività sportive come pallavolo o rugby , con educatori specializzati .
Alla fine della settimana sono riuscito a trovare un accordo con il parco acquatico AcquaVillage che regalerà un biglietto di ingresso ad ogni bambino che potrà sfruttare l’ultimo giorno del camp. Penso che per i bambini il camp sia un’esperienza di vita, senza i genitori e lontani da casa, è sicuramente un’avventura che da una parte spaventa ma dall’altra eccita. Hanno la possibilità di vivere una settimana nelle regole di un gruppo e nella disciplina di questo sport , imparare nuove cose , confrontarsi con altre realtà, allenarsi e crescere.
Qual è la cosa piu’ importante che ritiene di dover trasmettere alle generazioni future ?
Di cose importanti ce ne sono tantissime, ma di getto quello che mi sento di dire è che per raggiungere un obiettivo e far avverare un sogno ci vogliono impegno, sacrificio e una buona dose di umiltà. Il mio sogno era di andare alle Olimpiadi e l’ho raggiunto, credo sia il messaggio piu’ importante che posso trasmettere.
Fonte: Etruria
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